Depuratore di Visano

E’ stato recentemente approvato il progetto del nuovo impianto di depurazione dei reflui civili destinato ai comuni di Remedello, Acquafredda, Isorella e Visano, a cura dell’Ato della Provincia di Brescia, che è intervenuto individuando un’area idonea alla localizzazione del progetto, con urgenza, a seguito di procedure di infrazione europea, che poteva esporre  a nuove e gravi sanzioni per la mancata progettazione e realizzazione di tale impianto. L’area prescelta è limitrofa a quella occupata dall’impianto di depurazione dei reflui zootecnici di Visano, realizzato negli anni 2000 dalla Provincia di Brescia e gestito dalla società VSTR SCARL, in esito a selezione mediante evidenza pubblica per la gestione dell’impianto stesso, avvenuta alla fine degli anni novanta. L’impianto, come noto, è stato in quegli anni sequestrato per inadempimenti del gestore e mai più riattivato, a seguito di molteplici rifiuti opposti dalla società di gestione rispetto ai progetti di riavvio dell’impianto proposti e approvati dalla Provincia di Brescia. Sono infatti ancora in corso contenziosi con VSTR SCARL, che ha chiesto alla Provincia settanta milioni di euro di risarcimento danni, con una causa destinata a essere decisa nel corso del 2024 dal tribunale di Brescia in primo grado, dopo una consulenza tecnica con esito favorevole per la Provincia. Questa causa consegue a una prima fase di contenzioso, conclusasi con una sentenza di cassazione a fronte delle quale VSTR ha deciso di rinnovare un giudizio per chiedere il risarcimento dei danni. L’area è pertanto nella disponibilità della Provincia, che ne assicura vigilanza e manutenzione, ma è ancora interessata da un contenzioso, il cui esito non è allo stato deciso. Si ribadisce, a tal proposito, che la Provincia di Brescia sta subendo da decenni iniziative giudiziarie che hanno impedito e impediscono di l’utilizzo dell’area in questione, che era stata inserita, nel 2022, nel Piano delle Alienazioni e Valorizzazioni della Provincia, con  lo scopo di cominciare a individuare le modalità di valorizzazione del sito, anche attraverso la creazione di un parco fotovoltaico, una volta risolta la fase contenziosa, che ancora oggi pende su questa vicenda.

 

“Siamo di fronte alla possibilità di investire 11 milioni di PNRR – ha dichiarato la Consigliera al Patrimonio Daniela Edalini - per salvaguardare i comuni in infrazione europea. Sarebbe certamente stato positivo risparmiare un campo agricolo e utilizzare quello confinante, ma, essendo lo stesso oggetto di un lungo contenzioso di cui non è possibile conoscere tempi ed esiti, è meglio intervenire sul campo agricolo e non perdere gli investimenti, che invece hanno una scadenza ben precisa: entro marzo 2026, infatti, tutte le opere devono essere inderogabilmente completate, pena la revoca del finanziamento”.

Data: 01/02/2024 Ultima modifica: Gio, 01/02/2024 - 16:46
Pubblicato da: URP- Redazione web Fonte: Ufficio Stampa