LabaCsiamo al Mo.Ca
Per l'iniziativa LabaCsiamo
Il flusso delle coscienze collettive e individuali scorreva normalmente accanto al tempo della vita, finché non si avvertì
la deflagrazione totalizzante del COVID che ammutolì il mondo. Paradossalmente lo stesso sentimento di rimanere ammutoliti sorge di fronte all’esperienza del Bello, che porta sempre con sé l’inafferrabile, il tremendo, e infine, l’inspiegabile. L’esperienza della bellezza, che ispira uno degli stati più elevati, ossia la meraviglia, viene però ora lateralizzata e soppiantata dall’esperienza del COVID che genera, con il suo indefinito senso di paura e di terrore
di fronte alla morte, un inedito Sublime contemporaneo dominato da forze incontrollate della natura.
I lavori realizzati dal Dipartimento di Fotografia divengono qui una elaborazione di quei concetti dicotomici, che accompagnano da sempre la nostra esistenza - vita/morte, uomo/natura, bellezza/orrore - , ma paradossalmente
grazie al Covid, si constata la tendenza umana ad ignorare la morte, mentre la vita, sempre percepita come una rigenerazione incessante, appare un eterno presente, ora però, da ripensare. La riflessione avviene, poi, attraverso scatti di luoghi in cui la vita sembra arrestarsi, in stanze in cui avviene lo svuotamento o l’interruzione temporale del vivere, tra oggetti dimenticati come mascherine, guanti in lattice o chirurgici che avevano innalzato cuori umani pulsanti, vecchie foto che raccontano l’arte del passato e il collasso sociale e sanitario in atto, la fine dei contatti fisici e la reclusione individuale.
Il programmare, il costruire e l’agire, compreso quello dell’arte, sembra arrestarsi in un tempo ignorato, sospeso tra senso di smarrimento e di debolezza psicologica, nella quale la percezione del mondo è in bilico tra definitiva tragedia e necessità di rigenerazione, necessità di ricollocarsi in una quotidianità e ordinarietà, ora diversa.